domenica 27 luglio 2008

Il dopo festa

Dal balcone alla sera

Divagazioni mongole (terza parte)

Mi sveglio alle tre per far pipì, esco dalla gher e mi viene incontro velocemente una massa nera, rientro rapidamente con "c'at vena un cancher" (trad. dal dialetto: "che ti venga del bene!") nella gher , paura eh! ... invece scoprirò che era soltanto il grosso cane nero del campeggio che voleva giocare, in serata lo compenserò con un po' di coccole e la possibilità di mordicchiarmi un braccio, inoltre gli prometto che a casa mi vedrò "Il cane giallo della Mongolia". Gli yak mongoli sembrano più piccoli degli yak tibetani, secondo me sono una specie mista anche se la loro mole e il loro sguardo chiedono rispetto! Che dire della musica ... all'Anar Camp assistiamo ad uno spettacolo musicale per turisti, strumenti strani, archetti che finiscono in una testa di cavallo intarsiata ... spettacolo turistico ma unico, c'è la possibilità di ascoltare la musica polifonica, in inglese throat singing, con cui il cantante canta e si accompagna con un suono dalla gola che sembra elettrico, una peculiarità unica tipica della Mongolia e ancor più delle popolazioni Tuva. E la bambina che si contorce, certamente fa un po' effetto ma non dimentichiamoci che ad Ulan Bator c'è la scuola di contorsionismo più famosa al mondo. Il suono del corno sotto una pioggia battente ci accompagna nella visita del complesso monastico di Erdene Zuu , molto bello il museo che conserva antichi thanka ... ad un centinaio di metri giace una delle due tartarughe in pietra che delimitavano i confini dell'antica Karakorum. Piove a dirotto ma a pochi chilometri dal paese alcune macchine e tanti cavalieri si stanno dirigendo verso delle tribunette messe a cerchio , nel mezzo la bandiera mongola ... sta per cominciare l'annuale Nadaam Festival. Tra un potente acquazzone e l'altro Parte la prima gara a cavallo, circa 30 Km. dove bambini tra i 1o e i 14 anni lanciano i loro cavallini al galoppo sfrenato ... nel frattempo tutto il pubblico, in gran maggioranza a cavallo si dispone a raggiera per assistere alle appassionanti gare di lotta. Sono circa tre combattimenti alla volta, e a volte alcuni sono lunghissimi ... rimango appassionato a seguire un lottatore sui 130 Kg. Che combatte con uno grosso la metà, il piccolo resiste per un'ora e venti poi all'improvviso vola di schiena al tappeto sotto il grosso, quest'ultimo lo abbraccia, gli dà una pacca e si avvia verso la tribuna centrale dove alla fine gli verrà offerto una tazza di latte . ma intanto allarga le braccia, si pone su un piedo solo e volteggia muovendo le braccia spalancate come fossero ali: la danza dell'aquila, assolutamente fantastico!! ... un giorno magari durante i festeggiamenti per lo scudetto vorrei fare anch'un giro di danza dell'aquila sotto all'obelisco della piazza di Fidenza. :-) .all'improvviso lo speaker dice qualcosa di incomprensibile e tutta la folla si muove in direzione dell'arrivo della corsa a cavallo, sono circa 200 metri in cui bisogna stare attenti alle immense pozzanghere ma soprattutto a non essere travolti dai tanti scatenati cavalieri che vanno a prendersi i posti migliori ... in lontananza polvere, poi una jeep veloce con sopra la bandiera mongola, rossa e raffigurante il soyombo, eccoli!! Dopo trenta chilometri eccoli i bambini cavalieri che arrivano ancora urlando e frustando al massimo i loro destriri così come erano partiti, e via a
cavallo i genitori e i parenti trottano per andarli a festeggiare o per rincuorarli di fronte a pianti sfrenati, più di stanchezza che di delusione, che spettacolo! Ragazze con tacchi a spillo vorticoso trotterellano attorno ai campi di gara ammirando i cavalieri . c'è anche chi gioca a biliardo a cavallo, il panno verde trema. Due giorni di festa! Bellissimi, veri e vissuti ... ma quando dopo una quindicina di chilometri siamo di nuovo nell'infinita steppa verde, mi sento ancora meglio ... non riesco a spiegarmelo ma sento proprio che la natura mi ritempra immediatamente.

Caffè Sarajevo